La nostra visione
Il Grande Teatro di Lido Adriano
"Cypher Theatre"
Nelle periferie dimenticate, dove il cemento ha soffocato la vita, nasce un'esperienza che trasforma il teatro da spettacolo in pratica rivoluzionaria. Il Grande Teatro di Lido Adriano (GTLA) non è un contenitore culturale, ma un organismo vivo che fa della creazione collettiva la propria forza.
Qui non esistono attori e spettatori come entità separate, ma
cittadini che si scambiano questi ruoli in un rito comunitario. Il
nostro palcoscenico è la strada, il nostro metodo è la
contaminazione, la nostra drammaturgia nasce dal cemento e dalle vite
che lo attraversano.
L'arte è un diritto
Nato nel polo culturale CISIM, il GTLA afferma una verità
rivoluzionaria: l'arte è un diritto di tutti. In quest'epoca
di connessioni digitali e relazioni alienate, il teatro diventa
l'ultimo spazio di incontro autentico. Non il teatro dei
professionisti, ma quello dove l'operaio, la madre, il giovane di
strada e l'anziano scoprono di possedere una teatralità naturale che
nessuna scuola avrebbe potuto insegnare.
La nostra missione è trasformare Lido Adriano da non-luogo a spazio
di appartenenza. Contro l'individualismo dominante, pratichiamo
un'arte corale dove le fragilità personali diventano forza
collettiva. I nostri laboratori sono officine di socialità: non si
impara a recitare, si impara a essere comunità.
Questo non è un palcoscenico tradizionale, ma un laboratorio di
identità collettiva, dove la teatralità diventa strumento di
conoscenza e trasformazione sociale. Questo progetto culturale nasce
dalla comunità e a essa ritorna, creando significato culturale,
sociale e politico attraverso la pratica teatrale, facendo del teatro
un veicolo di consapevolezza e partecipazione.
Il nostro metodo
La nostra pratica si fonda su principi chiari:
I testi vengono arricchiti da improvvisazioni collettive, stratificate come i vissuti dei partecipanti
I personaggi sono sempre "personaggi blocco", come gli stormi ne "Il Verbo degli Uccelli", dove l'identità individuale si fonde nel coro
La musica non è decorazione ma linguaggio primario, dal rap ai canti popolari
Gli errori non si correggono, si incorporano: la goffaggine del principiante diventa stile
Ogni scelta nasce da un processo decisionale condiviso, dove l'estetica è sempre anche etica
Ricostruire il tessuto sociale
Il GTLA lavora per ricomporre il tessuto sociale di Lido Adriano,
diffondendo valori di solidarietà e collaborazione. Qui ogni
cittadino, come parte di un gruppo, può esprimere le proprie
capacità, superando timidezze e limitazioni, riscoprendo il
quartiere come spazio di partecipazione e vita comunitaria.
Promuoviamo socializzazione, lavoro di squadra e pratica comunitaria,
opponendoci all'idea del quartiere come "dormitorio" da cui
fuggire. Il recupero del territorio attraverso il teatro è un atto
politico, una sfida contro un potere che isola le persone davanti
agli schermi.
Il GTLA è un demolitore di muri, nemico della ghettizzazione e
dell'esclusione, che valorizza il rapporto tra cittadino-attore e
cittadino-spettatore.
Una microutopia quotidiana
Ogni giorno, nei laboratori del CISIM, il GTLA cerca di realizzare la
propria microutopia. Non miriamo a cambiare il mondo, ma contribuiamo
a migliorarlo dal basso. Per noi il teatro non è un prodotto da
esibire a un pubblico che giudica, ma un processo collettivo che
valorizza il lavoro quotidiano e coinvolge una moltitudine di
persone.
Bambini, anziani, uomini e donne di ogni estrazione sociale
contribuiscono con il proprio bagaglio di cultura, creatività ed
esperienze alla realizzazione dello spettacolo. Il teatro diventa
laboratorio dove non esistono protagonisti individuali, ma si vive in
comunità, per la comunità.
Un'arte controcorrente
In tempi di cultura liquida e intrattenimento usa-e-getta, il GTLA
pratica un'arte opposta:
Lenta: i nostri spettacoli maturano in mesi di prove aperte
Fisica: lavoriamo sul contatto, sullo sguardo, sulla presenza
Politica: non in senso partitico, ma come esercizio di cittadinanza attiva
Ogni membro ha una funzione specifica nella costruzione dello
spettacolo, dai costumi alla supervisione, diventando parte
indispensabile del meccanismo teatrale. Partecipare al GTLA significa
impegnarsi contro l'individualismo, lavorare insieme e condividere un
obiettivo comune.
Il processo è tutto
L'atmosfera del teatro di comunità permette di mettersi in gioco,
superando debolezze e difetti. La fase dei laboratori è cruciale,
determina il successo del progetto sia a livello sociologico che
artistico. Il processo che porta al prodotto finale è l'essenza del
GTLA: cerchiamo nuovi modi di comunicare con il pubblico, costruendo
un terreno comune tra attori e spettatori.
Questo scambio tra scena e platea è il cuore del nostro lavoro. La
memoria condivisa che nasce dai cittadini-attori si confronta con
quella degli spettatori, creando un blocco di memoria collettiva che
si attiva nel momento del riconoscimento reciproco. Questo
riconoscimento segna il successo dello spettacolo.
L'innocenza come forza
Il GTLA non ha un modello teatrale predefinito, né un metodo
attoriale rigido. Non c'è training specifico: il teatro si fa, si
agisce, con approccio sperimentale. L'attore non professionista, con
la sua "innocenza", è il vero patrimonio del teatro
comunitario. Rifiutiamo l'intellettualismo astratto per un'arte più
diretta e spontanea.
Il teatro diventa strumento per superare la frattura tra individuo e
società, proponendo una pratica collettiva che unisce bene comune e
bene individuale.
È un teatro che recupera il rito della festa, del convivio, e
rifiuta le forme del teatro psicologico. C'è attenzione alla
coralità che si allontana dall'intimismo del dramma borghese,
sostituendo la voce del coro alla parola del singolo.
Le nostre contraddizioni
Il GTLA vive contraddizioni che alimentano la ricerca:
Come mantenere la spontaneità crescendo?
Come conciliare qualità artistica e inclusione totale?
Come resistere alla tentazione di istituzionalizzarsi?
La nostra risposta è nel metodo: ogni nuova produzione riparte da
zero, rimettendo tutto in discussione. Non abbiamo un "modello
GTLA", ma un'etica del fare che si adatta alle persone
coinvolte.
Ritorno alle origini
Il teatro comunitario funziona come ri-abilitatore dell'essere umano
alle proprie origini. Se nell'antichità l'arte si realizzava nella
festa come momento partecipativo, oggi il teatro può recuperare
quella funzione perduta.
Il Cypher Theatre
Musica e canto sono fondamentali nel nostro teatro perché richiamano
l'idea di collettività e totalità. In una canzone si può
condensare un'idea, un messaggio politico e sociale, con efficacia
straordinaria.
Un teatro che prende dall'hip hop la mescolanza di discipline, un
"Cypher Theatre" dove il canto è musica e
narrazione, dove il disegno è stile e racconto, dove la danza è
istintuale, antica e moderna, linguaggio comune delle tribù urbane.
Qualità senza compromessi
Benché si tratti sempre di cittadini-attori non professionisti, il
risultato non è mai dilettantesco: puntiamo alla qualità,
all'efficacia su chi guarda, dal punto di vista etico ed estetico.
Il GTLA non rifiuta la tecnologia, ma la usa come strumento per
amplificare il messaggio di solidarietà e trasformazione.
Diffondiamo un'idea di comunità che supera le divisioni ideologiche,
etniche e sociali, rendendo l'arte accessibile a tutti.
Oltre i confini
Benché il GTLA nasca in un luogo specifico, il suo obiettivo è
trascendere quella specificità, estendendo il messaggio oltre i
confini geografici e sociali. Ogni individuo - cittadino, attore,
tecnico o spettatore - contribuisce alla creazione di un nuovo senso
di comunità, un microcosmo che sfida la chiusura della società
contemporanea.
Un atto politico
Il GTLA, come pratica artistica inclusiva, non riconosce distinzioni
tra categorie sociali. Promuove un'idea di cittadinanza democratica
che afferma la cultura come patrimonio di tutti. Il teatro diventa
atto politico, azione etica che rivendica l'arte come strumento di
cambiamento delle relazioni quotidiane.
Un'alternativa necessaria
Il GTLA non è solo una proposta culturale, ma un'alternativa
costruttiva a una società individualista e alienata. È un tentativo
di creare nuove relazioni, un legame di appartenenza che si oppone
all'egoismo dominante.
La prossimità, intesa come coinvolgimento diretto tra attori e
spettatori, è il fondamento delle relazioni sociali del teatro
comunitario, che cresce attraverso il passaparola e il racconto.
La visibilità è importante per attrarre nuovi spettatori, ma il
GTLA non si piega alle logiche della spettacolarizzazione. Puntiamo
sulla forza della comunità e sulla coerenza dei messaggi che
emergono dal processo collettivo.
Contro la superficialità
In un contesto dove la comunicazione è sempre più superficiale, il
teatro comunitario si propone come antidoto, opportunità di
riflessione e crescita attraverso la partecipazione diretta. In
questo teatro ogni individuo può essere sia spettatore che attore,
contribuendo alla costruzione di una cultura condivisa, inclusiva e
trasformativa.
Il GTLA non è un teatro. È un atto
d'amore per il territorio, un esperimento di democrazia culturale,
una protesta gioiosa contro l'isolamento contemporaneo. La prova che
l'arte - quando torna a essere necessaria - può ancora cambiare le
vite, una relazione alla volta.
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