Bhagavadgītā. La voce silenziosa che lascia il segno, Gianni Pellegrini, Università di Torino
di Gianni Pellegrini Docente di Lingua e letteratura sanscrita e filosofia e religioni dell’India, Università di Torino Da anni studio e rifletto sulla Bhagavadgītā e sui suoi commenti, in sanscrito e in altre lingue indiane, nonché sulle varie traduzioni che dal 1785 si sono avvicendate. Da oltre 15 anni cerco di insegnare il testo sia ai miei studenti di filosofia e religioni dell’India, sia a quelli di lingua e letteratura sanscrita. Il tentativo che ho intrapreso è di rendere il testo fruibile a un pubblico più ampio possibile, un pubblico lontano per tempo, spazio e cultura, dall’alveo originario in cui la Bhagavadgītā venne redatta. Ecco perché insieme alla filologia del testo, cerco di captare il non-detto, quella voce silenziosa che può lasciare un grande segno. No, non si tratta di spicciola volontà di semplificazione, bensì dell’urgenza di adattare un testo prezioso alle esigenze dell’essere umano contemporaneo, perso senza sapere d’esserlo. Sta di fatto che la ...