Mantiq At-Tayr - Il Verbo degli Uccelli, Maria Dolores Pesce su Dramma.it



La vita, non solo quando pensata metafisicamente ma anche quando attraversata esistenzialisticamente, è in fondo un mosaico di sentimenti che cercano di comporsi, e non sempre ci riescono felicemente, in una unità consapevole, per noi e per gli altri che ci circondano, che diventa identità comunitariamente partecipata. Un mosaico diverso e singolare per ciascuno che sul palcoscenico si fa mosaico di racconti coerenti a costruire una trama quanto più robusta possibile, così da rivestire appunto, salvaguardare e legare insieme, quella comunità in cui ci troviamo, forse casualmente ma mai irragionevolmente, a vivere, ciascuno con la propria diversità. Questo ci suggerisce “Il verbo degli Uccelli” l'ultimo spettacolo ideato e diretto da Luigi Dadina, sulla drammaturgia di Tahar Lamri, che ha esordito il 28 maggio prima tappa del progetto pluriennale “Il grande teatro di Lido Adriano” (è il quartiere di Ravenna in cui Luigi detto Gigio, co-fondatore del “Teatro delle Albe”, è nato) anticipando, ed essendone in fondo stimolante anteprima, il Ravenna Festival 2023. Ma un'altra cosa ci insegna, o ci ricorda, questo spettacolo, ci insegna cioè che lo sguardo mistico, di cui è intessuto l'omonimo testo sapienziale persiano di Farid Ad Din Attar da cui è ispirato, è qualcosa che molto concretamente ci riguarda, essendo parte profonda ancorché colpevolmente dimenticata, per pigrizia o peggio ignavia culturale, di un più ampio e coerente sguardo sull'uomo e sull'Umanità (...)




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